Origami

Illusioni Di Tempo e Spazio

Pippo Cosenza e gli “anelli di Moebius” (Giuseppe Salerno)

Così come tutti abbiamo un’immagine pubblica ed una privata, non vi è superficie in vista che non presupponga una contro superficie nascosta. Persino un paesaggio campestre deve tanta bellezza vitale ad uno scenario sottostante, non visibile, composto da tuberi e radici. Come una moneta, la realtà ha sempre due facce, una manifesta, l’altra occulta. Analogamente si può affermare che l’arte, in ogni sua espressione, altro non è che la manifestazione percettibile di un sentire generato da mondi complessi, per lo più a noi ignoti, che connotano il vissuto di ciascun artista. E’ di certo intorno a questo pensiero che si muove Pippo Cosenza quando con le sue carte piegate, nel porne in luce entrambe le superfici, sembra alludere al binomio uomo/artista. Da una parte la creatività sublimante dell’arte espressa attraverso una sapiente gestione del colore, dall’altra la prosaica formazione scientifica, emergente dalle trascritte formule atematiche. Una dualità esistenziale che sembrerebbe trovare, nel pensiero dell’artista, il suo definitivo superamento in quegli anelli di Moebius con i quali, al venir meno della prevalenza di una componente sull’altra, si dà vita ad una ininterrotta, vitale alternanza fronte/retro.

L’uomo contemporaneo si muove in un complesso mosaico di immagini in costante mutazione. Vive così, attraverso mezzi di comunicazione sempre più evoluti, realtà diversificate di tempo e spazio. È in questo senso che nella recente produzione di Pippo Cosenza si può individuare una sintesi pittorica costituita da due elementi principali, non separati ma ben connessi: scomposizione e ricomposizione formale; richiamo ai principi di logica matematica.
La forma gioca un ruolo di primaria importanza, al fine di costruire la solida struttura di fondo. Emerge l’inclinazione tecnico scientifica dell’artista, maturata in anni di attività ingegneristica e da tempo orientata verso l’analisi artistica delle costanti espressive.

Andrea Baffoni – da “Ordinare il Tempo”